[SPECIALE] ITALIAN VIDEO GAME AWARDS NON SONO SOLO GIOCHINI 01

Non lasciatevi ingannare dal titolo, non ci sono polemiche o altro. La serata dell’Italian Video Game Awards (IVGA) appena passata a Milano è stata grandiosa, un inno all’industria videoludica che sta letteralmente per esplodere e per travolgere le vite di tutti. Ma procediamo con ordine. La location, il Teatro Vetra, ha dato un tocco di qualità alla serata che raccoglie l’eredità del Drago d’Oro. E lo fa in maniera distinta, dando prestigio a quello che potrebbe diventare un premio molto importante in ambito videoludico. L’organizzazione ci è sembrata ottima, cosi come parte della conduzione e della premiazione. AESVI ha svolto davvero un ottimo lavoro e cogliamo l’occasione per ringraziarli degli inviti all’evento. Certo, non esente da qualche piccolissimo difetto, come magari le presentazioni dei videogiochi durante le nomination con colonne sonore proprie o una maggior interlocuzione con alcuni premiati sul palco. Ma sono “peccati di gioventù” che non hanno assolutamente pregiudicato la manifestazione, anzi, la possibilità di raccogliere feedback non può far altro che bene. La trovata della regia per introdurre diverse nomination è stata molto semplice quanto efficace. La conduzione di Lucilla Agosti e Rocco Tanica l’abbiamo apprezzata molto. Ma soprattutto è stato molto bello quello che si è detto durante le premiazioni.

L’intera serata è ruotata intorno al leitmotiv “giochini”. Si, perché per molti, ancora oggi, quelli che noi consideriamo delle opere videoludiche sono, a tutti gli effetti, dei giochini. Un passatempo. Ma non è così. E la dimostrazione lampante di ciò è connaturata in questo evento, cosi come nei BAFTA, in altre manifestazioni e nei milioni di videogiocatori che ogni giorno seguono news, interviste, altri videogiocatori su piattaforme quali twitch, conferenze. Come si è detto durante la cerimonia, il fatto che si sia passati dall’assegnare il miglior FPS o il miglior sportivo a premi quali Colonna sonora, Sceneggiatura, Direzione artistica, fa capire quanto la cultura videoludica sia importante. Perché un Picasso, un Monet, un Van Gogh che con il loro genio hanno consegnato alla storia opere di spessore devono essere considerate arte e un videogioco come uno Zelda, un NieR, un Bloodborne no? (Ne cito alcuni, ma la lista è ben più lunga). Cos’hanno un Miyazaki, un Kojima, un Taro che non hanno gli altri artisti? Nulla. Ed è per questo che la concezione sociale del videogioco deve cambiare, con le dovute eccezioni. Se è vero che il videogioco mobile cosi come alcuni sportivi e non solo è quasi giusto che debbano essere etichettati con titoli prevalentemente incentrati sullo svago inteso come passatempo, è altrettanto vero che esiste una fetta ampissima del settore dove il gioco viene valutato nella sua globalità tanto che delle volte lo stesso gameplay o grafica passano in secondo piano difronte ad una sceneggiatura e una direzione artistica magnifica di sottofondo.

Ed è proprio da questa riflessione che dobbiamo partire. L’industria videoludica merita un riconoscimento. Oggi i videogiochi si stanno sempre più insediando nelle nostre vite. Sono in continua evoluzione e noi con essi. Il mercato si sta espandendo sempre di più, cosi come il target delle persone. Non dare il giusto riconoscimento sociale è un reato. Ancor di più se pensiamo che quest’anno l’Italia videoludica ha sfornato dei capolavori assoluti, tra cui Mario + Rabbids: Kingdom Battle, Last Day of June, Downward, il recentissimo Remothered. E c’è un po’ d’Italia anche in altri successi triple AAA. Sono stati riconosciuti dal ministero corsi di laurea. Abbiamo manager italiani di aziende di spicco del settore. Insomma gente, il messaggio deve essere amate i videogiochi e non vergognatevi di questa passione. Dopo questo breve (ma neanche troppo), ma intenso cappello, vi racconteremo dei vincitori della serata.


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La serata è partita con Filippo “Pedriny” e l’introduzione degli Esports, fenomeno in rapidissima ascesa e soggetto tutt’oggi di diverse discussioni. Presenti alla serata anche rappresentanti di alcun team italiani di Esports. Quindi sul palco si è accomodato Daniele Battaglia per la consegna del premio Radio 105 Esports Game of the Year. Con grande stupore il premio è andato a Tom Clancy’s Rainbow Six Siege, ritirato da Matthew Clarke, Studio Lead Game Designer, e David Romero, Lead Game Designer. Lorenzo Fantone ha cosi posto delle domande ai due membri di Ubisoft che hanno sottolineato quanto sia importante il dialogo nel lavoro d’equipe soprattutto in aziende che contano circa mille persone nonché rispondere alle richieste della community e dei pro player.


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Il premio Best Narrative è andato a Prey, ritirato da Davide Morrone, Community Manager di Bethesda con tanto di video ringraziamento di Raphael Colantonio e Ricardo Bare, rispettivamente Creative Director e Lead Designer. A seguire il bellissimo discorso di Federico Cella, presidente della giuria, che vi consigliamo davvero di ascoltare sui canali degli Italian Video Game Awards. Sono state davvero belle parole spese e che fanno riflettere. Proprio da lui è nata in parte l’introduzione di questo articolo.


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È tempo di Best Character. Vincitrice Senua, come ampiamente pronosticato. Ritira il premio la stessa Melina Juergens che ha dato corpo e voce alla protagonista di Hellblade. Intervistata da Matteo Bordone, ha ringraziato Ninja Theory per la grande opportunità che le è stata data, soprattutto perché frutto di una coincidenza che ha visto il Team essere privo di un’attrice e a provare Melina come personaggio. Ha poi parlato del lavoro dell’equipe nello studiare le persone affette da psicosi e di come abbia integrato i consigli e la propria esperienza personale per far nascere il personaggio di Senua.


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Subito categoria Best Audio. Anche in questo caso pochissime sorprese con un meritatissimo premio per NieR:Automata, ritirato da Michele Minelli, category manager di Koch Media, che oltre ai ringraziamenti di rito ha introdotto un videomessaggio di Keigo Hoashi e Keiichi Okabe, compositori della colonna sonora.


[SPECIALE] ITALIAN VIDEO GAME AWARDS NON SONO SOLO GIOCHINI 06La Best Art Direction è andata a Cuphead, premio non ritirato dagli sviluppatori canadesi di Studio MDHR, ma che hanno prodotto un videomessaggio attraverso Chad Moldenbauer, Art Director del Team. Si prosegue a piè veloce con il Best Game Design, che va a Super Mario Odyssey, premio ritirato da Francesca Prandoni, PR Manager di Nintendo Italia, che spiega quanto sia vasto e vario il titolo soprattutto nell’esplorazione dei vari mondi.


[SPECIALE] ITALIAN VIDEO GAME AWARDS NON SONO SOLO GIOCHINI 07La famiglia, si sa, è importante. Il gioco tra tutti che nell’anno solare è riuscito a mettere d’accordo sia i grandi che i piccini è stato sicuramente Mario + Rabbids Kingdom Battle. Meritatissimo Best Family Game e primo premio di una lunga serie, ritirato da Dario Migliavacca, manager director, e Davide Soliani, creative director, che è riuscito a non emozionarsi, almeno questa volta, possessore di una cravatta che da solo avrebbe meritato un premio!


[SPECIALE] ITALIAN VIDEO GAME AWARDS NON SONO SOLO GIOCHINI 08Il prossimo premio è un po’ particolare. Parliamo del videogioco che ha saputo valicare i confini del medium, coinvolgendo il giocatore a livello emotivo. E quale se non l’italianissimo Last Day of June, che si aggiudica il Game Beyond Entertainment, premio ritirato da Massimo Guarni. Bellissimo il suo discorso sull’utilità sociale dei videogames e della tanta ignoranza che regna nella società attuale, come detto a inizio articolo. La frase “Io odio i videogames” non deve essere socialmente accettata.


[SPECIALE] ITALIAN VIDEO GAME AWARDS NON SONO SOLO GIOCHINI 09Il premio per il videogioco che si è distinto per la miglio rinnovazione, quindi, Best Innovation, è andato a PlayerUnknown’s Battlegrounds, ritira il premio Cedric Mimouni, responsabile Xbox per l’area mediterranea, felice del premio e per un gioco che è andato ben oltre le aspettative con 4,5 milioni di copie vendute.


[SPECIALE] ITALIAN VIDEO GAME AWARDS NON SONO SOLO GIOCHINI 10Il Best Evolving Game premia il videogioco che ha dimostrato di essere in continua evoluzione grazie anche al supporto della community e alle modifiche strutturali apportate ai differenti modelli di business. Il vincitore è GTA Online, con oltre 90 milioni di copie vendute, ritira il premio Federico Clonfero, Head of Marketing and PR Rockstar Games. Rivelata una curiosità (o record) di GTA V, ovvero il videogioco con i titoli di coda più lunghi, ben 35 minuti.


[SPECIALE] ITALIAN VIDEO GAME AWARDS NON SONO SOLO GIOCHINI 11È tempo di Best Mobile Game, premio che va a Monument Valley 2, ritirato da David Fernandes Puerta lead artist di ustwo games, intervistato da Pierpaolo Greco, visibilmente emozionato, ha rivelato di avere in cantiere altri progetti e di voler essere ricordato anche per altro e che non è sempre facile raccogliere l’eredità di una saga.


[SPECIALE] ITALIAN VIDEO GAME AWARDS NON SONO SOLO GIOCHINI 12What Remains of Edith Finch viene premiato con il Best Indie Game, con statuetta ritirata da Ian Dallas, creative director di Giant Sparrow, intervistato da Francesco Fossetti, ha citato Italo Calvino, sottolineato dal giornalista con temi come l’ineluttabilità della morte e la continuità della vita, e di come sia difficile creare un videogioco che sappia toccare il pubblico in base alla propria esperienza e bagaglio di emozioni.


Una piccola digressione con due premi sponsorizzati dalla testata MCV, che sarebbero dovuti essere stati consegnati da Jaime Alexander che non ha potuto partecipare all’evento, ma ha registrato un videomessaggio molto piacevole. Il primo premio è l’MCV Special Recognition Award, assegnato a Davide Soliani, secondo premio per lui, vinto grazie al suo amore per Nintendo e il suo talento come Game Designer che hanno generato uno dei migliori strategici degli ultimi anni, fonte di ispirazione e apprezzato da tutta l’industria videoludica. Il secondo premio è l’MCV Special Recognition Company Award assegnato a Digital Bros, premio ritirato da Rami Galante, CEO cofondatore della compagnia, per l’esperienza trentennale che ha posizionato la compagnia tra le forze principali nello sviluppo e nel publishing.


I due premi tutti italiano sono stati il Best Italian Debut Game, andato a Downward, ritirato dal Team di Caracal Games e premiato da Marco Cappela di Acer Italy, mentre il Best Italian Game è andato al pluripremiato Mario + Rabbids Kingdom Battle, ritirato da Dario Migliavacca e Christine Burgess-Quemard, Worldwide Studios Executive Director di Ubisoft, premiato da Marinella Lotto.


Il Best Selling Game è andato a FIFA 18, premio consegnato da Giacomo Guida di Gamestop a Maurizio Finocchiaro, General Manager di Ea Italy. Mentre il People’s Choice è andato a Horizon Zero Down, consegnato da Talita Malago di AESVI e ritirato da Tiziana Grasso, Comunicator Manager di Sony Italia.


[SPECIALE] ITALIAN VIDEO GAME AWARDS NON SONO SOLO GIOCHINI 13La serata non poteva non concludersi con il premio Game of the Year, consegnato dal presidente di giuria Federico Celli e andato a The Legend of Zelda Breath of the Wild, ritirato da Massimo Gullo, direttore marketing di Nintendo Italia, che ha ringraziato gli sviluppatori e ha elogiato il titolo open world, ed infine ha lanciato un video ringraziamento dal Giappone di Eiji Aonuma e Hidemaro Fujibayashi. La serata si è poi conclusa tre brani della con la Cosplayer Zelda Orchestra.

Ringraziamo ancora una volta AESVI per averci concesso di partecipare alla serata e a tutte le persone del settore con cui ci siamo fermati a parlare, soprattutto gli amici di tavolo di Vigamus, Matteo Dolci e Orgoglio Nerd!

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Christian Giordano è un geek proveniente dal tacco d'Italia, che vive per passioni e per passione e studierà per sempre Medicina. Nato con il NES come cuscino, tra le bucoliche foreste di Zelda e gli interrogativi brick di Mario, è stato forgiato con due braccia e due pad per poter giocare, testare, vivere qualsiasi genere di avventura il mondo videoludico gli palesi sul vetro della sua console, portatile o non, dalla Nintendo alla Sony, fino a Microsoft e non solo, con tutte le sfumature che il mercato propone. Cresciuto con il mito de Il Piccolo Grande Mago dei Videogames, è un giocatore eclettico e un collezionista che sa scovare in ogni angolo del globo anche il game meno idolatrato per gustarne e vagliarne le qualità di persona. Piacevoli distrazioni al suo lavoro sono il Calcio, la Musica, il Cinema e i Motori, nonchè la sua musa ispiratrice con la sua somma pazienza.