Certi quesiti si ripetono con una cadenza ciclica. Vorrei quasi citare “War Never Changes” e per tale scopo la frase calza a pennello. Perché questa, più che una discussione è una vera e propria battaglia, la gente si schiera, difendendo a spada tratta il proprio pensiero. Esistono due estremità opposte e nel mezzo le case di sviluppo sembrano divertirsi a demolire o rafforzare una delle due “filosofie di pensiero”. Come facilmente intuibile stiamo parlando della rivalità tra Single Player e Multiplayer.

Questa non è una vera e propria news, è una riflessione nata leggendo un articolo scritto da Vamin McKalin per Techweh (qui link all’articolo). McKalin spiega le motivazioni che porteranno il mercato videoludico a favorire lo sviluppo di titoli multiplayer. Come si legge nell’articolo, da tempo l’industria videoludica sta spingendo verso titoli multiplayer che permettono introiti extra, in aggiunta, dunque, al costo iniziale del titolo. Vengono presi in esame case quali BlueHole e Epic che hanno creato non solo un nuovo genere, le battle royal, ma che hanno, di fatto, fondato il loro business esclusivamente sul multiplayer permettendo, accostato all’acquisto di contenuti aggiuntivi, un rientro economico costante e longevo. Prosegue l’articolo con dei paragrafi di riempimento dove, secondo lo scrittore, altri motivi “validi” sarebbero il costo contenuto in fase di sviluppo e la possibilità di modificare successivamente i titoli con contenuti aggiuntivi, seguendo quelle che sono le richieste della comunity. In chiusura articolo viene rafforzato il concetto di maggior guadagno citando altri titoli che stanno effettivamente avendo un discreto successo e sottolineando la scelta di Microsoft di avviare un progetto (Xbox Game Pass) capace di guardare oltre il single player.

“The triple-A single-player experience won’t go away, but they won’t be as prominent in a few years as they are today. It’s all about the money, so don’t be surprised if most developers decide to go as far as adopting the free-to-play model.” (l’esperienza dei titoli single-player tripla-A non andrà via, ma, in pochi anni, non sarà così importante come oggi. È tutto incentrato sui soldi, quindi non stupitevi se la maggior parte degli sviluppatori decide di arrivare fino all’adozione del modello free-to-play…).

WAR NEVER CHANGES - VERITÀ SCOMODE! 01Sicuramente l’articolo contiene spunti di riflessione interessanti, come la tendenza del settore nel creare titoli all’apparenza free-to-play, pieni di contenuti aggiuntivi, o titoli dal costo ridotto il cui unico punto di forza è il multiplayer, supportato da una forte community. D’altro canto, non vengono minimamente citati quei titoli che, dal punto di vista economico, hanno registrato cifre record di vendita, come ad esempio The Legend of Zelda: Breath of the Wild, God Of War, opere pluripremiate che hanno fatto del “single player” la loro forza e offrono all’utente una storia nella quale immedesimarsi, un’avventura da affrontare. Oppure titoli altrettanto validi, creati da case minori (come ad esempio Hellblade: Senua’s Sacrifice) che hanno avuto un enorme successo e, sostanzialmente, siamo stati noi utenti a renderne il giusto riconoscimento. Non è mia intenzione prendere una posizione in questa “disputa concettuale” tantomeno sminuire l’articolo citato in precedenza, tuttavia sento la necessità di difendere il mio pensiero. Il mercato videoludico non è incentrato unicamente nella ricerca del massimo guadagno con il minimo sforzo e noi utenti, per fortuna, siamo ancora in grado di decidere e soprattutto capire che in realtà non esistono differenze o fazioni.

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