Non dimenticherò mai il primo fumetto che acquistai a undici anni, Ultimate Spider-Man #5, Gli Esecutori, gennaio 2002. In quell’occasione sbocciò l’amore che mi catapultò nell’universo Ultimate, poi tramontato dopo la morte del nostro Uomo Ragno lineare rimpiazzato da un giovane Miles Morales.  Sono un tradizionalista. Si, sono tra i sostenitori della recente polemica di Lola Bunny in Space Jam 2. E non perché mi piaccia strumentalizzare il corpo femminile (parliamo di roditori in questo caso), ma semplicemente perché trovo che il rifugiarsi nel passato fornisca alle persone senza dubbio un senso di protezione. Forse è per questo che Miles non è mai riuscito a far breccia nel mio cuore. Quando a San Valentino la mia ragazza per festeggiare l’avvenuta consegna della PlayStation 5 dovette scegliere tra regalarmi Spider-Man e Demon’s Souls, conoscendo il mio affetto per Spidey e ignorando, invece, la mia crescente idolatria verso Miyazaki, con il 50:50 di possibilità mi ha recapitato la versione Ultimate dell’ultima fatica di Insomniac. Non avrei mai potuto immaginare che dietro a quell’inconsapevole errore si celasse qualcosa di così spettacolare. (Attenzione: l’articolo potrebbe contenere spoiler)

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Vivere New York in un clima natalizio è sempre una gioia. Lo scenario si sposta dal Queens ad Harlem, quartiere simbolo delle minoranze, che si farà apprezzare per la sua convivialità.

Il primo impatto è sicuramente dei migliori. Chiunque abbia passato anche solo una giornata a Manhattan è ben consapevole di quanto la grande mela sia stata rappresentata quasi alla perfezione da Insomniac. Ovviamente, per ragioni sia di copyright sia di vastità della mappa, mancano numerose peculiarità e strade della scacchiera, ma resta un ottimo colpo d’occhio. Vivere New York in un clima natalizio è sempre una gioia, anche quando il buon Peter che decide di consegnare a Miles le chiavi della città in sua assenza, ignorando il pandemonio che tra Tinkerer, Underground e Roxxon travolgerà il nostro amico di Puerto Rico. Lo scenario si sposta dal Queens ad Harlem, quartiere simbolo delle minoranze, che si farà apprezzare per la sua convivialità. Per quanto io non sia d’accordo con il Politically Correct, perché ritengo che ultimamente stia influenzando troppo il modo di raccontare al mondo le cose, il Black Lives Matter che si respira nel titolo non da affatto fastidio, anzi, è la genuina manifestazione di come dovrebbe essere mostrata la forza delle minoranze.

Per un titolo di nuova generazione che viene visto dal pubblico come il “riciclo” di una tripla AAA di quella appena passata, il rischio di fallire e di presentarsi al mondo come un grande DLC evitabile era elevato. E invece il risultato è stato molto simile a quanto già accaduto per Uncharted L’Eredità Perduta: massimo rendimento con il minimo sforzo. Seppur lievemente inspirato dall’opera madre, il team Insomniac conferma quanto sia abile nel creare una trama originale, un family/teen drama che per scrittura ricorda delle ottime opere di Netflix/Prime Video. Vecchie conoscenze unite a nuovi volti, una bella caratterizzazione dei personaggi e, come già successo per il primo titolo, quel vedo/non vedo dietro all’ufficio Norman Osborn che ci porterà prima o poi all’inevitabile passaggio di consegne.

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il Black Lives Matter che si respira nel titolo non da affatto fastidio, anzi, è la genuina manifestazione di come dovrebbe essere mostrata la forza delle minoranze.

Quel che possiamo confermare è che Spider-Man Miles Morales introduce il nuovo Uomo Ragno dolcemente e con la sua forza e il suo carisma è in grado di far passare Peter Parker in secondo piano senza rimpianti. La colonna sonora gioca molto su questa ambiguità. I brani This is My Time di Lecrae e I’m Ready di Jaden, a parte confermare quanto riportato sopra, sono soltanto il fiore all’occhiello di mix di tracce che a ritmo di hip hop soul vi farà amare e vivere Harlem. Ma non solo OST, da sottolineare anche un doppiaggio eccellente, d’altronde come già visto per Marvel’s Spider-Man. Qui concedetemi una piccola digressione. Come detto in apertura, da buon purista, amo giocare i titoli solitamente in lingua originale, il più delle volte inglese o giapponese. Seppur con qualche eccezione, tipo le saghe Uncharted e Gears, non sono mai stato un amante del doppiaggio in italiano nelle opere videoludiche, ritenendolo quasi sempre sottotono, ben al di sotto delle aspettative e non in grado di rendere la caratterizzazione dei personaggi. Ebbene, devo ricredermi. Nell’ultimo periodo sto preferendo la nostra madrelingua e non posso non apprezzare il lavoro svolto, da Cyberpunk 2077 a Demon’s Souls, fino ad, appunto, i titoli di Spider-Man, tutti doppiaggi di ottimo livello.

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Spider-Man Miles Morales introduce il nuovo Uomo Ragno dolcemente e con la sua forza e il suo carisma è in grado di far passare Peter Parker in secondo piano senza rimpianti.

Ma fondamentalmente il titolo di Insomniac doveva lanciare un segnale e giustificare l’acquisto di una PlayStation 5 (sempre che riusciate a reperirne in giro) per mandare definitivamente in pensione la scorsa generazione. Con il televisore giusto, e qui ci sarebbe da fare un articolo a parte, ma non è né il luogo né il tempo, e giocato a prestazione RT, Spider-Man Miles Morales riesce realmente a catapultarvi nella nona generazione. Tralasciando giochi di luce, colori, risoluzione, pulizia dell’immagine, ciò che sta facendo la differenza in questa generazione sono i dettagli. Riuscire a cogliere i pori e le imperfezioni dei volti o percepire le trame degli abiti per distinguere i vari tessuti ritengo sia una delle conquiste che presto ci porterà verso il realismo videoludico, magari concettualmente diverso da quanto visto in The Quiet Man. E, infine, anche il gameplay rodato ha subito delle migliorie, soprattutto nelle fasi Stealth e grazie all’introduzione dei nuovi poteri. Non ci saranno troppe missioni secondarie o collezionabili stancanti come il primo, ma danno più l’impressione di essere una piacevole compagnia tra le quest principali.

Dunque, concludendo, devo ringraziare la mia ragazza se ho potuto concedermi circa trenta ore per completare questo Spider-Man Miles Morales e Insomniac che è riuscita a fare quello in cui ha fallito Brian Michael Bendis, ovvero farmi amare il nuovo eroe portoricano. Un teen drama scritto meravigliosamente che non stanca, grazie a un buon ritmo, una colonna sonora rap con anima soul, come è giusto che sia in quel di Harlem, e un gameplay rodato che è stato solo finemente perfezionato per aumentare il divertimento, il tutto frullato con la potenza della nuova console che si mostra meravigliosamente con tutti i suoi muscoli. Questo è il tuo tempo, Miles! Presto diventerai il nostro nuovo amichevole Spider-Man di quartiere.

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Christian Giordano è un geek proveniente dal tacco d'Italia, che vive per passioni e per passione e studierà per sempre Medicina. Nato con il NES come cuscino, tra le bucoliche foreste di Zelda e gli interrogativi brick di Mario, è stato forgiato con due braccia e due pad per poter giocare, testare, vivere qualsiasi genere di avventura il mondo videoludico gli palesi sul vetro della sua console, portatile o non, dalla Nintendo alla Sony, fino a Microsoft e non solo, con tutte le sfumature che il mercato propone. Cresciuto con il mito de Il Piccolo Grande Mago dei Videogames, è un giocatore eclettico e un collezionista che sa scovare in ogni angolo del globo anche il game meno idolatrato per gustarne e vagliarne le qualità di persona. Piacevoli distrazioni al suo lavoro sono il Calcio, la Musica, il Cinema e i Motori, nonchè la sua musa ispiratrice con la sua somma pazienza.