Mentre il gioco si avvicina al suo decimo anniversario, Adnan Riaz, ci spiega il suo amore per l’ultima avventura di Solid Snake e perché pensa che meriti una Remaster.

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Ricordo vividamente il clamore che circondò l’uscita di Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots nel 2008. Non era solo il fatto che Hideo Kojima fosse tornato per un’altra puntata del suo franchise tanto acclamato dalla clitica, quanto l’uscita del titolo che ha segnato anche il capitolo finale della storia di un personaggio iconico: Solid Snake. “Questa è la mia ultima missione” proclamo Snake in un trailer.

Dato che Metal Gear Solid ha influenzato pesantemente i miei primi anni dell’adolescenza (e anche molto tempo dopo), ho provato dei brividi lungo la schiena quando Snake ha pronunciato quelle parole e preparato il terreno per la sua avventura finale. Tutt’oggi ritengo che sia la miglior esclusiva di PlayStation 3.

È un’affermazione coraggiosa dato che PS3 vanta titoli del calibro di Uncharted 2, The Last of US, ma Metal Gear Solid 4 era una pura scarica di adrenalina dall’inizio alla fine.

Metal Gear Solid 4 3Ho visto Solid Snake, spesso chiamato Old Snake, che è emerso di nuovo sul campo di battaglia con la voce rauca di David Hayter che pronunciava “War has changed” (La guerra è cambiata). Un eroe che durante la mia infanzia era giovane e che ha vinto il male innumerevoli volte. Il nuovo gioco ha creato l’incertezza sulla capacità di un cavallo da guerra stanco di salvare il mondo un’ultima volta.

Ho adorato la storia di Metal Gear Solid 4. Kojima ha lasciato cadere perfettamente i riferimenti della serie, ha restituito i personaggi preferiti dai fan e ha legato alla perfezione le ultime pagine della storia. Una lettera d’amore per i fan della serie, nonostante il fatto che la storia polarizzasse molte persone. Non sono mai stato infastidito dall’utilizzo “economico” delle nanomacchine di Kojima e la spiegazione dei diversi punti della trama.

Ho sempre ammirato i commenti e i temi di Kojima nella serie Metal Gear e le nanomacchine hanno fatto un ulteriore passo avanti con l’idea del sistema Sons of the Patriots che creava soldati più potenti e in grado di sostenere l’economia della guerra. Il gameplay è una testimonianza dell’eredità di Metal Gear Solid 4. È stato davvero affascinante per Snake intrufolarsi in conflitti attivi e per Kojima perfezionare e reinventare la meccanica della serie.

Metal Gear Solid 4Guardando indietro, però, è l’unico episodio in cui avrei voluto che Kojima avesse prodotto dei contenuti aggiuntivi. Ho trovato i cinque atti come sostanziali per la storia, ma il terzo è stato relativamente breve nel gameplay e sarebbe potuto (o dovuto) esser stato ampliato. Si possono anche riscontrare problemi minori con il gioco, ma quando lo affronti per la prima volta non c’è esperienza che possa eguagliarlo. Da Kojima che porta i giocatori a Shadow Moses a livelli di nostalgia senza precedenti, facendo pilotare il Metal Gear Rex e combattere il Metal Gear Ray, momenti che nessun fan di Metal Gear Solid dimenticherà mai.

Non ci sono molte volte in cui mi riferisco a qualcosa come un capolavoro, ma Metal Gear Solid 4 ha ribadito che Hideo Kojima è uno dei maggiori punti di forza del gioco. Penso che Konami, nonostante sia in una nuova era post-Kojima con Metal Gear Survive, dovrebbe rimasterizzare Metal Gear Solid 4 per PlayStation 4.  Ciò potrebbe avvenire perfettamente durante la ricorrenza dell’anniversario del gioco, cosi come potrebbe ulteriormente valorizzare i fan già possessori della Metal Gear Solid HD Collection.

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È stato Snake a dire “Una leggenda è solitamente una cattiva notizia. Qualcuno lo dice, qualcun altro lo ricorda, tutti lo trasmettono”. In questo caso Kojima ha incapsulato in modo impeccabile la storia di un personaggio leggendario e ha incorporato fermamente quei ricordi nelle menti dei fan che resistono anche un decennio dopo.

 

Fonte Metro.co.uk   –   Adnan Riaz (@AdnanRiaz9)

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Christian Giordano è un geek proveniente dal tacco d'Italia, che vive per passioni e per passione e studierà per sempre Medicina. Nato con il NES come cuscino, tra le bucoliche foreste di Zelda e gli interrogativi brick di Mario, è stato forgiato con due braccia e due pad per poter giocare, testare, vivere qualsiasi genere di avventura il mondo videoludico gli palesi sul vetro della sua console, portatile o non, dalla Nintendo alla Sony, fino a Microsoft e non solo, con tutte le sfumature che il mercato propone. Cresciuto con il mito de Il Piccolo Grande Mago dei Videogames, è un giocatore eclettico e un collezionista che sa scovare in ogni angolo del globo anche il game meno idolatrato per gustarne e vagliarne le qualità di persona. Piacevoli distrazioni al suo lavoro sono il Calcio, la Musica, il Cinema e i Motori, nonchè la sua musa ispiratrice con la sua somma pazienza.